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Marcello Mottola
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Posted - 20 aprile 2011 : 14:12:09
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Campanile di Sant' Agostino alla Zecca. Terzo anello in alto. Una lastra di piperno lentamente si scosta dalla struttura. Le radici delle piante, infestanti e rampicanti, spingono. È una lotta di forze contrapposte, giorno dopo giorno, nell' abbandono e nel silenzio di una chiesa dimenticata. Ieri mattina: il crollo. LA LASTRA cede. Vincono le radici invadenti. Ore 8, via Sant' Agostino alla Zecca si ferma. Il piperno piomba al suolo, trascinando altri pezzi del campanile. «Poteva colpire qualcuno. Il tonfo è stato fortissimo», racconta Paolo Mallardo, dell' Agenzia del territorio, sul cui terrazzo è caduta la lastra più grande. «La scuola Ristori è a poche centinaia di metri. Poteva cadere addosso a un bambino», commenta una mamma di passaggio. La chiesa è chiusa al culto per i danni subiti dal terremoto dell' 80. Nessun ferito per il crollo, ma scatta l' allarme. «Ho mandato subito il personale del Comune a constatare la situazione. Conosco bene la chiesa ed è un monumento di valore per la città», dice sindaco, Rosa Russo Iervolino. Sul posto anche vigili del fuoco e carabinieri.E si mobilita il soprintendente Stefano Gizzi, che invia l' architetto Domenico Tarì. «Abbiamo raccoltoi pezzie li rimetteremo in sede», assicura Tarì. Il crollo delle lastre dal campanile di Sant' Agostino alla Zecca nasconde un giallo e molte polemiche. Il giallo è quello sulla proprietà: infatti parte del campanile appartiene a un privato, la famiglia Avallone, che ha addirittura realizzato nel chiostro (coprendolo con strutture moderne) uno studio privato e una sala conferenze, con ingresso da corso Umberto. Le polemiche invece riguardano il restauro mai ultimato. Il ministro Bondi promise nel novembre del 2008: «Farò restaurare Sant' Agostino alla Zecca». Ma la chiesa è ancora in stato di abbandono. Antonio Pariante del Comitato civico Santa Maria a Porto Salvo spiega: «Il governo ha assegnato i fondi per Sant' Agostino alla Zecca. Il restauro interno è cominciato. E gran parte dei soldi è spesa per l' affitto delle impalcature». Pariante ricorda anche che «a pochi passi da Sant' Agostino c' è una chiesa del trecento, Santa Maria a Piazza, tenuta in piedi solo da una piramide di impalcature. Il patrimonio monumentale del nostro centro storico è davvero a rischio». A fine febbraio, infatti, il cardinale Crescenzio Sepe ha lanciato l' iniziativa "Adottate una chiesa chiusa e fatene luogo di cultura". All' appello, al momento, hanno risposto solo i fratelli Iovine (del Bed and breakfast Neapolis), che hanno preso in comodato d' uso la chiesa del Cappuccio, nel compresorio della Pietrasanta, per realizzare un percorso museale. Ma tornando alla chiesa di San' Agostino alla Zecca (che conserva gli affreschi di Giacinto Diano, il pulpito in marmo di Porto Venere e la tomba del musicista settecentesco Niccolò Jommelli) e alla sua storia infinita, da sempre in prima linea (e anche ieri sul posto) Gianfranco Wurzburger e Salvatore Castiello, rispettivamente assessore alla Vivibilità e consigliere della II Municipalità: «Ci siamo attivati subito e abbiamo allertato la Soprintendenza, ma non basta il nostro appello al Fec (Fondo edifici culto) e al ministero per i Beni culturali (proprietari della chiesa) ad intervenire». E Guido Donatone, di Italia Nostra, intima a Caldoro: «Il governatore sblocchi i fondi per il centro storico, per la messa in sicurezza urgente degli edifici di pregio».
(06 aprile 2011 — http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/04/06/cede-il-campanile-della-chiesa-dimenticata.html - CRISTINA ZAGARIA) |
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Marcello Mottola
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191 Posts |
Posted - 21 aprile 2011 : 17:39:46
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La pioggia battente rappresenta una delle principali cause degenerative delle strutture in opera murarie ed è uno dei principali inconvenienti per la durabilità dei monumenti. Le infiltrazioni e la continua presenza di acqua possono mirare la struttura anche perché rendono possibile la formazione di alterazioni biologiche nella forma di alghe e microrganismi biodeteriogeni. La crescita di piante superiori, da imputare alle presenza d’acqua e a depositi terrosi formatisi nelle connessure murarie, possono aumentare le fratture, i distacchi e rigonfiamenti soprattutto tra la malta di allettamento del paramento murario. Siamo di fronte all’ennesimo caso in cui il problema è che si fanno pochi restauri e nessuna manutenzione. Il patrimonio culturale necessiterebbe solo di una maggior cura, di prevenzione, manutenzione effettuate prima di arrivare alle situazioni di emergenza ed ai crolli.
Marcello Mottola dottore in diagnostica e restauro dei beni culturali |
Edited by - Marcello Mottola on 26 aprile 2011 14:39:29 |
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Marcello Mottola
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191 Posts |
Posted - 26 aprile 2011 : 14:47:43
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L’ALLARME DEL COMITATO CITTADINO CHE SEGNALA SANTA CHIARA E IL GES Monumenti, il rischio viene dalle radici

È già successo. E nemmeno molto tempo fa. È capitato sia per Sant'Agostino alla Zecca che per la guglia dell'Immacolata in piazza del Gesù. Adesso le piante, e soprattutto le loro radici, mettono a rischio il cornicione della chiesa di santa Chiara e e la facciata del Gesù Nuovo. Un "tarlo" impensabile da sopportare in altre città. Ma Napoli è anche questo. La Soprintendenza scarica sul Ministero, il Comune c'entra ma non troppo. Regione e Provincia ovviamente sono enti al di fuori di queste incombenze, ma fatto è che il risultato è il degrado e lo scempio. E soprattutto è la noncuranza verso quello che in altri luoghi del mondo verrebbe mantenuto con la decenza che meritano opere d'arte come quelle che svettano nel nostro centro storico. Le “radici invadenti” invece, a Napoli, minacciano i monumenti fino a distruggerli. L'allarme è del Comitato di Portosalvo ed è scattato per la “vegetazione selvaggia” che minaccia gli edifici del centro storico di Napoli. «Con l’arrivo della primavera cominciano a fiorire le aiuole - ha poeticamente descritto il portavoce del comitato Antonio Pariante- ma cominciano a svilupparsi anche le famigerate “radici invadenti” sopra i monumenti che a Napoli, recentemente, hanno già determinato dei clamorosi episodi. Gli ultimi, in ordine di tempo, hanno riguardato la Guglia dell’Immacolata e, solo pochi giorni fa, il campanile della chiesa di Sant’Agostino alla Zecca». La causa dei crolli deriva appunto da quella che viene definita come “vegetazione selvaggia” che con le sue radici prima crea intersezioni murarie, spaccando le pietre degli edifici, e poi le riempie alla ricerca di spazio per crescere. «Di questo problema che minaccia le chiese e la gran parte dei palazzi che si trovano nel centro storico di Napoli, finora nessuno sene è mai preoccupato - ha sottolineato Pariante - ma dopo episodi come quelli della Guglia dell’Immacolata e del Campanile di Sant’Agostino sarebbe il caso - secondo il Comitato di Portosalvo che sta monitorando questo fenomeno- che qualche amministrazione ora se ne facesse carico attivando magari un servizio come quello degli Lsu del Comune di Napoli preposti alla pulizia dei monumenti». Ma questo prima che il cornicione di santa Chiara e quello del Gesù facciano la stessa fine dei due precedenti edifici, casomai ferendo un passante.
(Articolo di Valeria Bellocchio - mercoledì 20 aprile 2011 CRONACA DI NAPOLI) link - http://93.63.239.228/archivio/2011/Aprile/20/Giornale_di_Napoli/20-05-pag.pdf |
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