Marcello Mottola
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Posted - 05 aprile 2011 : 17:46:22
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Il «De civitate Dei» di Sant'Agostino realizzato nel 1465 è secondo solo alla Bibbia di Gutenberg. Si trova a NAPOLI nella Biblioteca di Storia Patria che rischia di chiudere
[b]NAPOLI - Il primo libro stampato in Italia? È conservato a Napoli ed è il «De civitate Dei» di Sant'Agostino, realizzato nel 1465, a Subiaco, da due chierici tedeschi, i famosi prototipografi Sweynheym e Pannartz. Allora perché (tranne pochi addetti ai lavori) nessuno lo ha mai visto? Perché non è esposto in una teca illuminata h24 per accedere alla visione della quale si deve pagare anche un bel biglietto (così da fare cassa per quelle sempre vuote dei beni culturali)? E, soprattutto, perché tra un po' neanche gli studiosi potranno prenderne visione?
LA SOCIETA' CHE RISCHIA ANCORA - Perché il prezioso incunabolo è conservato nella Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria, in una delle torri di Castel Nuovo, che, in tempi ordinari non ha la sorveglianza necessaria per predisporre mostre né personale sufficiente per portare a termine l'indispensabile catalogazione. Ma questi non sono tempi ordinari per la gloriosa deputazione napoletana che, nonostante il secondo posto nel sondaggio «Abbracciamo la cultura» (quasi ventimila voti nell'iniziativa di Legambiente e Corriere) e una capillare campagna di sensibilizzazione, ha appena incassato due secchi «no» alla richiesta di fondi fondamentali per la sua sopravvivenza. «Il nostro debito non è clamoroso - dice la presidente della Società, la storica Renata De Lorenzo - si tratta di circa centocinquantamila euro. Abbiamo chiesto sostegno all’Unione industriali e all’Ufficio cultura del Banco di Napoli (nel cui caveau è collocata la collezione numismatica) ma le risposte sono state entrambe negative. Non riesco a fare alcun commento».
IL FRATELLO MINORE DELLA BIBBIA DI GUTENBERG - Così rimane a rischio anche il prezioso incunabolo del «De civitate Dei» di Sant'Agostino, secondo solo alla famosa Bibbia latina detta « delle 42 linee» (in latino), realizzata da Gutenberg a Magonza nel 1456 circa. Da lì la tecnica del torchio e dei caratteri mobili si diffuse rapidamente anche in Italia dove la prima bottega tipografica nacque a Subiaco nel 1465. Proprio qui Sweynheym e Pannartz stamparono, insieme con il «De civitate Dei» altri due incunaboli in latino, il «De oratore» di Cicerone e le «Opere» di Lattanzio.
UN CONVEGNO PER RIPARTIRE - Ma la Società non si lascia irretire e coglie l'occasione del centocinquantenario dell'Unità d'Italia cui è strutturalmente legata - cos'altro è la Storia Patria se non quella che si celebra quest'anno - per rilanciare con un convegno (lunedì e martedì a Castel Nuovo) dal titolo «Materiali per costruire il paese: Documenti, monumenti, istituzioni nella Napoli postunitaria». Organizzato insieme con il dipartimento di Discipline Storiche dell’Università degli Studi di Napoli «Federico II» e dalla Facoltà di Lettere e Filosofia della Seconda Università degli Studi di Napoli «il convegno è ispirato dalla convinzione del ruolo costruttivo dell’erudizione per coniugare insieme memoria locale e nazionale». Ma la memoria prima di essere salvata deve essere costruita.
E SE I CANDIDATI A SINDACO ADOTTASSERO UN LIBRO? - E se a Napoli abbiamo «totem» della cultura mondiale come questo «De civitate Dei», mettiamoli in mostra, fotografiamoli, sfogliamoli, coccoliamoli come fossero feticci capaci anche di generare patrimoni. E lo sono. Ma se un candidato al Comune di Napoli adottasse un libro e, invece di farsi fotografare con questo e quello, si lasciasse immortalare con questi che immortali lo sono davvero?
Natascia Festa [/b]04 aprile 2011 corriere mezzogiorno online http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/arte_e_cultura/2011/4-aprile-2011/primo-libro-stampato-italia-napoli-presto-nessuno-potra-vederlo-190369501505.shtml |
Edited by - Marcello Mottola on 05 aprile 2011 18:04:05 |
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