leopoldo
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Posted - 07 febbraio 2011 : 22:44:56
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Il Vomero è un quartiere collinare di Napoli, con un’alta densità abitativa. Tuttavia i primi nuclei abitativi sono attestati già all’epoca romana come il villaggio rurale di Antignano, ubicato lungo la Via Puteolis Neapolim per Colles, la strada che prima dello scavo della galleria tra Mergellina e Fuorigrotta rappresentava la via obbligata per raggiungere via terra l’area flegrea di Napoli. Nel corso del XIV° secolo, per volere di Roberto d’Angiò, sorsero la Certosa di S. Martino e Castel S. Elmo (quest’ultimo fu costruito su una preesistente fortezza di epoca Normanna denominata Castel Belforte) . Lo sviluppo urbano dell’area vomerese avvenne tra la fine del XIX° e l’inizio del XX° secolo. La zona si arricchì di un gran numero di palazzine e ville in stile Liberty, (stile architettonico a cavallo tra il XIX° e il XX° secolo). Inoltre, vi è da segnalare la Villa Floridiana (polmone verde di vitale importanza per la zona collinare). Fu costruita per volere di Ferdinando I° di Borbone, il quale aveva acquistato dagli eredi di Cristoforo Saliceti, un’amena tenuta di campagna per donarla alla sua seconda moglie Lucia Migliaccio, duchessa di Florida e vedova di Benedetto Grifeo, principe di Partanna, la quale villa prese appunto il nome di villa Floridiana. Essa comprende un boschetto organizzato secondo il modello del giardino all’inglese dove vi sono una grande varietà di alberi esotici, piante insolite e fiori variopinti; la tenuta comprende inoltre una vasta area coltivata e una “Casa nobile” con annessa una dependance utilizzata come coffeehouse sullo stile del tempio piccolo a Paestum. Infine, lungo la zona di corso Vittorio Emanuele, precisamente all’altezza di piazzetta Cariati e scendendo una ripida scalinata lato Quartieri, vi troviamo la seicentesca chiesa dedicata a S. Caterina da Siena, che con l’annesso edificio, (attualmente sede della facoltà di Lettere dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa), forma un complesso monastico risalente agli anni Settanta del Cinquecento per volere del vicerè don Giovanni d’Austria vincitore a Lepanto nel 1571, che vi insediò l’ospedale di S. Maria della Vittoria. La chiesa ed il relativo convento sono attribuibili alla scuola di Cosimo Fanzago. La chiesa è a navata unica e le pareti sono affrescate da Luca Giordano, Francesco De Mura, Giacinto Diano e Paolo De Matteis, l’altare maggiore è in stile neoclassico, opera di Mario Gioffredo; il pavimento in cotto e maiolicato risale alla seconda metà del XVIII° secolo ed è opera di Ignazio Chiaiese.
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