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leopoldo
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 Posted - 18 febbraio 2011 : 09:56:49
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Un tempo sgorgava l’acqua suffregna o zurfegna, conosciuta anche con i nomi delle mummare e del Chiatamone, è stata per secoli l’acqua preferita dai napoletani per le sue proprietà terapeutiche, oltre che per la caratteristiche che la rendevano unica, tra le quali, la limpidezza, la schiumosità ed il forte odore di uova guaste. Essa sgorgava ai piedi del promontorio di Pizzofalcone, presso il lido del mare, tra la strada di S. Lucia e la villa comunale, conosciuta fin dai tempi dei Borbone, (infatti il pozzo della summenzionata acqua fu scavato nel periodo borbonico).
Purtroppo le vicende degli ultimi decenni e precisamente dai tempi del colera del 1973, (in quel periodo l’acqua fu bandita per motivi igienici), dopo varie traversìe, si arriva alla fine degli anni novanta del secolo scorso, con la riapertura delle condotte per restituire alla città di Napoli quell’acqua tanto amata dalla popolazione. Purtroppo, in tempi successivi, vi è stato un continuo alternarsi di chiusure e riaperture delle fontanelle situate precisamente nella zona denominata “cavalli di bronzo”.
Dulcis in fundo, con l’avanzare dei cantieri della metropolitana linea 6, (la quale ha già provocato danni nella zona della villa comunale con la fine irreversibile di alberi secolari per il completo sconvolgimento delle falde acquifere), alla stessa maniera ha stravolto il percorso naturale dell’acqua suffregna, scaricando nelle fogne le acque minerali provenienti dal sottosuolo. In questo modo, si distrugge il patrimonio culturale e naturalistico della nostra città per le scelte scellerate dei nostri amministratori locali. A tal proposito, mi domando, invece di costruire la linea 6 della metropolitana (ex linea tranviaria rapida), non è meglio ripristinare la vecchia linea tranviaria di superficie che per anni è stata un efficiente mezzo di trasporto pubblico?
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Un tempo sgorgava l'acqua suffregna.
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