barocco1979
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Posted - 20 gennaio 2011 : 12:37:45
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Siamo al confine con il comune di S.Giorgio a Cremano, in prossimità della contrada Pironti che è posta in un declivio tra i 70-60 metri sul livello del mare, un luogo ideale per creare un insediamento. Nel corso dei lavori per la Ricostruzione (1987) in questa zona di Ponticelli vennero alla luce importanti testimonianze che ci hanno dato indicazioni sul tipo di vita che si svolgeva dal III sec.a.C. fino al VI secolo d.C. In questa parte del nostro territorio certamente non c'era un agglomerato urbano, ma con tutta probabilità c'erano alcune aziende agricole che sfruttavano intensamente queste terre ricche e fertili per la coltivazione di uliveti, frutteti e cereali. Tutti questi prodotti venivano in parte lavorati e conservati nelle stesse ville, per poi essere portati ai vicini mercati di Nola, Napoli ed Ercolano. Gli scavi hanno permesso di recuperare due ville: la prima risale all'Età Repubblicana (III-II sec.a.C.) mentre la seconda è del II sec.d.C. Del primo insediamento, distrutto dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., si è recuperato solo una piccola parte, pars rustica, cioè la zona esterna dove si lavoravano i prodotti della terra, mentre la parte abitativa, cioè la pars urbana è ancora da riportare alla luce. Da alcuni saggi effettuati dalla Sovrintendenza, quest'ultima zona padronale risulta particolarmente importante per la presenza di pavimenti a mosaico, altri in opus sectile, ovvero fatti con tasselli di marmo colorato. Nel momento in cui fu distruttta dall'eruzione e dalla conseguente colata di fango, la villa era in fase di ristrutturazione; infatti, un ambiente era stato trasformato in deposito e proprio qui sono stati trovati oggetti di vetro, splendidi vasi di bronzo e ceramiche di una certa raffinatezza. La pars rustica, attualmente scavata, si sviluppa a sud-ovest di un peristilio ed in essa vi sono ambienti per la produzione del vino, c'è un torchio (torcular) e la cella vinaria, lunga più di 25 metri, con all'interno grosse otri (dolia) per la conservazione del mosto. La seconda villa rustica è rimasta in attività fino al VI secolo d.C., aveva un impianto rettangolare che occupava una superficie di circa 2000 metri quadrati. Nel settore sud-est c'era la zona residenziale che presenta un ambiente con un pavimento a mosaico a motivo vegetale in nero su bianco. A nord di questo complesso erano disposte le strutture necessarie al sistema produttivo, che comprendevano un impianto per la lavorazione dei prodotti agricoli, un'infrastruttura per il rifornimento idrico ed alloggi per la manodopera. E',infine,da rilevare che a ridosso della villa è stata scoperta un'area sepolcrale con 23 tombe del tipo a enchytrismòs.
Massimiliano Piccenna |
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