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Marcello Mottola
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Posted - 27 luglio 2010 : 09:19:01
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NAPOLI - IL SIMBOLO DEL MUNICIPIO PARTENOPEO SUL PAVIMENTO DEL MONUMENTO ROVINATO
Mosaici in Galleria Umberto, il restauro è «a presa rapida» Intervento sugli «scudetti» alla meno peggio: le parti mancanti riempite di calce
NAPOLI – I mosaici all’interno della galleria Umberto I di Napoli risultano finalmente “restaurati”. Si pone fine ad anni di abbandono ed incuria; tuttavia dubbi e polemiche insistono sulle modalità d’intervento operate per la conservazione dello «scudo sannitico» simbolo del Comune partenopeo.
OBIETTIVO RAGGIUNTO – «Spesso è preferibile sentirsi un mosaico con qualche tassello mancante che complicarsi la vita» è una famosa citazione di Carla Santantonio aforista contemporanea, che ben rende l’idea di come sia stato affrontato il problema del restauro dei mosaici storici della Galleria Umberto I. Di certo il Comune di Napoli, ente di competenza per quanto riguarda la tutela della volta vetrata e della pavimentazione interna, la vita non se l’è complicata affatto. E poco importa circa il risultato finale, necessario era intervenire per arginare il fenomeno ed evitare che altri tasselli si staccassero o peggio ancora continuassero ad essere vittime indifese di «Souvenir selvaggio».

PENNELLATA DI CALCE - Obiettivo, dunque, raggiunto per il comune di Napoli, ma in che modo? Una passata veloce di calce a presa rapida, una pennellata altrettanto veloce, et voilà il “restauro” è fatto; con buona pace di ogni sensibilità artistica e tecnica di rifacimento. UNA GENERAZIONE DI RESTAURATORI - «È una vergogna. L’arte continua ad essere sfregiata» è il commento amareggiato di uno studente al 3° anno del corso di laurea in operatore dei beni culturali (diagnostica e restauro) del Suor Orsola Benincasa, che preferisce restare anonimo. «La mia università insieme all’accademia di Belle arti di Napoli sforna ogni anno centinaia di validi laureati, eccellenti restauratori purtroppo inermi e costretti a vedere questo scempio; insomma mi sembra una presa in giro».

INTERVENTO “CONSERVATIVO” - In effetti a ben osservare il “rifacimento” dei mosaici dello scudo sannitico operato da un ignoto “restauratore” del comune di Napoli è già diventa una bruttura a vedersi; la pittura rossa e gialla comincia a scurirsi sotto il calpestio dei passanti contrastando fortemente con i resti del prezioso mosaico sopravvissuto. Stupisce ancora tra l’altro notare dal confronto con le foto precedenti l’intervento “conservativo”, la presenza di numerose tessere che invece di essere consolidate sono state sbrigativamente divelte.
(fonte http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2010/26-luglio-2010/mosaici-galleria-umberto-restauro-a-presa-rapida-1703465435510.shtml - Antonio Cangiano26 luglio 2010) |
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Marcello Mottola
Moderator
 
Italy
191 Posts |
Posted - 03 agosto 2010 : 20:46:34
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Ecco delle foto scattate da me che mettono in evidenza PRIMA DEL RESTAURO E DOPO IL RESTAURO

Dopo aver osservato le foto possiamo anche non chiamarlo restauro! Quello eseguito sui "tondi sannitici", lo stemma simbolo del Comune di Napoli presente sulla pavimentazione interna della Galleria Umberto I, non può e non deve essere valutato come un intervento attinente al mondo della conservazione, della tutela e del restauro dei beni culturali.
Un restauro è un intervento che avviene attraverso un complesso di operazioni. Qui il fantomatico operatore, autorizzato (da chi?) e controllato (in che modo?), ha trattato le lacune con una passata veloce di calce a presa rapida seguita da una spennellata di colore rosso e giallo.
Un restauro è finalizzato al mantenimento dell'integrità materiale ed al recupero del bene. Qui il fantomatico operatore, autorizzato (dal Comune?) e controllato (dalla Sovrintendenza?) ha manipolato le tessere del mosaico, riproducenti lo stemma, col solo scopo di evitare che altri tasselli finissero nelle tasche dei turisti come souvenir. Qual è il modo migliore d'arginare questo fenomeno se non asportare sbrigativamente le numerose tessere invece che consolidarle?
Poi un restauro deve essere eseguito da un soggetto qualificato. Migliaia di operatori del settore e migliaia di giovani neolaureati in restauro sono bloccati a causa delle nuove norme per l'accesso alla professione, stabilite dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che contestano loro titoli, capacità d'intervento e quindi la possibilità di lavorare. Qui invece il fantomatico operatore, assunto (da chi?) e qualificato (in quale scuola? d'edilizia?), spadroneggia lavorando su opere tutelate dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio senza che nessuno contesti l'operato, quando a migliaia di giovani è impedito uno sbocco professionale. Un restauro è anche un insieme di operazioni finalizzate alla trasmissione dei valori culturali. L'obiettivo è stato raggiunto? Forse sì! Gli scudi sannitici "restaurati" dal fantomatico operatore diventano grigi e sporchi sotto il calpestio dei passanti contraddicendo il valore estetico delle tessere del mosaico. Contemporaneamente, tradendo questo valore storico-artistico, forniscono un esempio lampante della competenza dell'amministrazione comunale nel salvaguardare i luoghi d'arte di Napoli.
Un altro caso-paradosso al quale si attendono solo le repliche del Comune, ente responsabile per quanto riguarda la tutela della volta vetrata e della pavimentazione interna della Galleria. Ma non lasciatevi trarre in inganno se sarà dichiarato che "si tratta solo di un intervento preventivo di messa in sicurezza che mira a proteggere temporaneamente l'incolumità del mosaico" perchè quest'intervento non è "Restauro". |
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