Marianna Vitiello
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Posted - 27 marzo 2012 : 13:58:47
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Arte & Dintorni: La Reggia di Carditello non è un farmaco generico equivalente lunedì 26 marzo 2012 Intervista a Prospero Cerere
di MARCELLO MOTTOLA
Recentemente il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CE) ha disposto l’asta fallimentare della Reggia di Carditello. A oggi nessuna proposta è pervenuta sul tavolo del giudice Colandrea. La stampa ha così commentato l'evento: “Nessuno vuole la Reggia di Carditello. Asta ancora deserta: tutto da rifare” (Corriere delle Sera); “Reggia Carditello all'asta, c'è impegno del governo” (La Repubblica).
Nel clamore generale, tra scioperi della fame, timori per ingerenze della camorra, è stato fissata una nuova data, il 29 aprile 2012, per l’asta pubblica della preziosa struttura settecentesca, sita in San Tammaro, in provincia di Caserta, che faceva parte di un gruppo di 22 siti utilizzati dalla dinastia reale dei Borbone di Napoli come residenze estive o casine di caccia. Si parte da una base d’asta di 15 milioni, un prezzo irrisorio se si pensa al valore culturale del bene. A Prospero Cecere, avvocato e giornalista freelance, impegnato da anni sul territorio attraverso le collaborazioni col Giornale di Napoli, Corriere di Caserta, Gazzetta di Caserta, Giornale di Caserta, abbiamo posto alcune domande.
- Quali sono i presupposti che hanno fatto maturare l’ordinanza, disposta dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, di vendita all'asta del complesso monumentale di Carditello?
"Ho la vaga impressione che l’ordinanza del tribunale sia stata eseguita per spronare l’opinione pubblica, politica e amministrativa affinché si interessasse al problema. Il piccolo gioiello non deve essere considerato 'il farmaco generico equivalente' in mano ad un organismo, in questo caso il consorzio, che non ha tanto interesse affinché la location potesse avere un valido apporto, perché ogni qual volta ha chiesto un aiuto ciò è stato negato o si sono dette tante sciocchezze. Quindi è stato producente che alcuni fili dei burattini del teatro della politica si sono mossi".
- Stampa e addetti ai lavori hanno gridato allo scandalo sostenendo che mettere all’asta il bene significa darlo in pasto alla camorra. Invece lei sostiene che il nemico sia un altro?
"Quando un territorio come quello di San Tammaro è stato martoriato con discariche megagalattiche e dalle balle di immondizia che giungono da comuni che non gli appartengono, l’interesse al monumento della Reggia di Carditello perde di quella credibilità sociale e culturale abbandonandolo a se stesso. Quindi non la camorra e i camorristi, che adesso sono tutti dentro, in carcere, ma la lobbie imprenditoriale ha sostituito la camorra che ha pensato al business di denaro sporco da riciclare portandolo all’estero ed eseguendo poi un turnover in Italia da nazioni come Olanda, Francia, Germania, Svizzera ed Inghilterra e perché no anche da piccoli stati che hanno banche. In questo modo l’operazione acquisto della Reggia è più facile".
- Nei giorni scorsi il sindaco di San Tammaro, Emiddio Cimmino, ha iniziato uno sciopero della fame affinché il presidente della Regione Stefano Caldoro intervenga sulla questione. Secondo lei cosa spera di ottenere?
"Per me ha già ottenuto molto - si ricorda come ho detto – perché l’interessamento al monumento della reggia di Carditello è comunque stato altissimo e un diritto di prelazione dello stato all’asta del 29 aprile è comunque un risultato importante".
- La reggia di Carditiello fa parte di quella sfilza di beni culturali del territorio campano abbandonati all’incuria e al degrado. È noto come la residenza, voluta da Ferdinando IV, è stata predata di alcuni suoi tesori, dai pilastrini di marmo delle balaustre ai gradini delle scalinate, passando per camini e stemmi. Qual è la sua ricetta per rilanciare questo tesoro locale?
"Innanzitutto , il territorio della Reggia di Carditello confina con ben cinque territori di altri comune , quali Capua, Santa Maria La Fossa, San Cipriano D’Aversa , Villa Briano e parte di Casal di Principe, allora quale buon vento quello di responsabilizzare le amministrazioni comunale predette che confinano con il monumento quindi fare in modo che la reggia venga tenuta in perfetto stato. Secondo, farne campo base di gruppi di associazioni come quelli degli scout che operano nei comuni predetti. Terzo fare in modo che la Reggia nei giorni festivi si renda accessibile a tutti, ma principalmente a chi viene da fuori e sbircia su internet la storia della famiglia borbonica. In ogni caso, attivare quel senso di responsabilità di tutti i cittadini affinché quel posto venga cancellato da deturpatori che la vogliono far assomigliare ad una discarica. Ma questo viene sempre dopo che qualcuno animato dallo spirito di iniziativa voglia far rinascere cosi come era una volta un monumento storico".
fonte www.agenziaradicale.com
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Edited by - Marianna Vitiello on 27 marzo 2012 13:59:40 |
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