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 Comitato Portosalvo
 Patrimonio storico-artistico a rischio
 Infiltrazioni e umidità, temporale sull’arte sacra
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Marcello Mottola
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Posted - 02 dicembre 2010 :  14:34:04  Show Profile  Visit Marcello Mottola's Homepage  Send Marcello Mottola an AOL message  Click to see Marcello Mottola's MSN Messenger address
Allarme dalla Chiesa di San Giovanni a Carbonara. A rischio anche il crocifisso del Vasari

Le piogge torrenziali un nemico cinico, mentre infiltrazioni e umidità restano in agguato. I tesori d’arte a Napoli e molti capolavori sono in pericolo. Gli schiaffi del maltempo, e poi l’incuria e l’immobilismo, fanno il resto. E così, le conseguenze sul patrimonio artistico sono inevitabili. Decine le cupole di chiese che restano senza guaina e senza manutenzione, è il caso di dire che piove sull'arte sacra. In aumento le infiltrazioni d'acqua negli edifici religiosi e numerose le opere artistiche minacciate dalla pioggia. Uno per tutti, il famoso crocifisso del Vasari nella chiesa di San Giovanni a Carbonara. La denuncia è firmata dal Comitato civico di Santa Maria di Portosalvo, che chiede alle autorità competenti «di attivare, con urgenza, un piano per mettere in sicurezza i preziosi dipinti e le varie tele minacciate dalle piogge e dall'umidità nelle chiese gocciolanti».
Insomma, dopo i clamorosi crolli provocati dalle intemperie a Pompei, adesso le ire insistenti di Giove Pluvio da oltre una settimana minacciano seriamente anche l'arte sacra nel capoluogo partenopeo. «Numerose sono le segnalazioni pervenuteci di gocciolamenti in chiese al nostro sito online - sottolinea Antonio Pariante, presidente del Comitato di Portosalvo, attivo sul fronte della salvaguardia e della tutela dei beni culturali cittadini - Abbiamo raccolto e ora denunciamo queste notizie che si rivelano molto gravi per l'incolumità dei fedeli e dei visitatori, e per le opere d'arte che restano in serio pericolo». Diversi i luoghi di culto e le chiese colpite dai danni dovuti alle intemperanze climatiche. Tra queste spiccano, per gravità, in una lunga serie di edifici religiosi a rischio, le chiese di San Giovanni a Carbonara e dei Santi Apostoli «nelle quali è possibile constatare - ha precisato Pariante - in maniera evidente le infiltrazioni e i primi danni provocati dall'acqua piovana. Nella prima si registrano seri danni sotto la volta delle preziose cappelle affrescate dai grandi maestri Michelangelo Naccherino, Leonardo da Besozzo, Lorenzo Vaccaro e Giorgio Vasari. In quella dei Santi Apostoli si paventano uguali infiltrazioni che minacciano le straordinarie opere di Giovanni Lanfranco, Francesco Solimena e Giovan Battista Calandra». Ed è per questo motivo insomma, che il Comitato Civico di Santa Maria di Portosalvo, da sempre impegnato per la tutela del prezioso patrimonio chiesastico cittadino, ha chiesto alle autorità competenti «di attivare subito un piano di prevenzione per mettere in salvo tutte le opere d'arte minacciate dalla pioggia nelle chiese che gocciolano». È stato anche effettuato pochi giorni fa un sopralluogo con tanto di relazione specifica sullo stato dei luoghi e delle opere in esse conservate firmata da Alvaro Mirabelli e inviata sia alla Sovrintendenza napoletana che alla direzione generale del Ministero dei Beni culturali. In particolare, nel corso di una visita nella chiesa di San Giovanni a Carbonara in una giornata di intensa pioggia, Mirabelli «ha riferito che «nella cappella dell'Epifania sono presenti pareti sulle quali spiccano in grande evidenza ampie e diffuse macchie di umidità intensa, dovute probabilmente ad infiltrazione piovana in atto» e ancora che «sulla destra della navata, dove si apre la Cappella del Crocifisso, già di Lucrezia del Balzo, sono evidenti sulle pareti numerose tracce di gocciolatura dall'alto di acqua piovana che si presentano come strisce». Ma il dato più preoccupante, secondo il Mirabeli «si registra sul presbiterio, che è sovrastato dal trionfale arco ogivale, il cosiddetto monumento funebre di Ladislao di Durazzo, dove sulla parete destra si notano tracce ”a strisce” di gocciolatura dall'alto, e in atto, di acqua piovana. A pochi centimetri dalla parete a rischio, è sistemato una sorta di cavalletto che sostiene la tela della «Crocifissione» del Vasari, di recente restaurata, il dipinto è vicinissimo ad una sorgente di umidità, laddove andrebbe spostato sul lato opposto». Insomma, uno spaccato dello stato di precarietà in cui versano questi ed altri tesori d’arte a Napoli a causa dell’incuria e del lassismo. In questo scenario va ricordato anche il recente sgretolamento dell’obelisco in piazza del Gesù, dove anche la guglia dell’Immacolata è rimasta vittima del maltempo e dell’abbandono. L’imponente struttura ha perso pezzi, mentre continuano a sfaldarsi le figure scolpite intorno. Resta vivo il timore che uno dei gruppi marmorei del secondo livello (gli angeli scolpiti quasi trecento anni fa) sia prossimo al crollo. Insomma, anche qui resta uno stato di allerta. Dopo il primo allarme (lanciato da Antonio Bertani, lo storico edicolante di piazza del Gesù) e l’intervento dei vigili del fuoco, l’area circostante l’obelisco è stata recintata e tutt’ora è ufficialmente interdetta al transito. Motivo per cui, per evidenti ragioni di sicurezza, appare assai concreta l’ipotesi che non si potrà celebrare quest’anno il rito dell’Immacolata, come sempre previsto nel giorno di festa dell’8 dicembre.

(Il Mattino - Edizione: 02/12/2010)
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